Non esercitano la sovranità, non sono protettorati. A distanza di anni dalla fine della guerra, Bosnia Erzegovina e Kossovo restano in un limbo istituzionale, aree grigie nel cuore dell'Europa. Mentre le forze nazionaliste continuano a perseguire Stati etnici, le autorità internazionali navigano a vista e le comunità locali sono espropriate del proprio destino.
L'assenza di regole poi provoca la devastazione dei territori, forme di economia drogata e criminale, esplosioni di violenza, come il 17 marzo scorso in Kossovo.
Quale futuro dunque per questi due paesi? E per l'intera regione, da sempre paradigma dello sviluppo di tutta l'Europa?
Due giorni di incontri dedicati ad interrogarsi sulla nozione di Stato nell'epoca della globalizzazione, per superare le trappole dei miti nazionali e per tentare di costruire una prospettiva di altro segno tra le diverse comunità locali.
Riportiamo di seguito alcuni dei materiali raccolti dalla redazione di Osservatorio sui Balcani durante la due giorni di "Vivere senza futuro? L'Europa tra amministrazione internazionale ed autogoverno: i casi di Bosnia Erzegovina e Kossovo".
Antologia della poesia femminile croata contemporanea, a cura di Marina Gatti Lipovac (testo a fronte in italiano), edizioni Lint, Trieste, 2004. Recensione di Silvio Ziliotto
BIRN , portale web di informazione sul sud-est Europa, è riuscito ad ottenere in anteprima copia di parte della proposta dell'inviato Onu sullo status finale. Il futuro politico-istituzionale del Kosovo in 26 punti. Nostra traduzione
Rabbia e proteste a Yerevan dopo l'omicidio di Hrant Dink a Istanbul. Gli armeni si interrogano sulle conseguenze della morte di un uomo che si batteva contro l'odio e lavorava per il miglioramento delle relazioni turco-armene. I confini tra i due paesi sono chiusi dal 1993
Non esercitano la sovranità, non sono protettorati. A distanza di anni dalla fine della guerra, Bosnia Erzegovina e Kossovo restano in un limbo istituzionale, aree grigie nel cuore dell'Europa. Un convegno di Osservatorio a Venezia dedicato ai protettorati d'Europa. Vai alla pagina dedicata al convegno
Giovedì 30 giugno 2005 si è tenuta a Trento una giornata di lavoro per riflettere - a partire dai tragici fatti avvenuti a Srebrenica, BiH, dieci anni fa - di cirmini internazionali e dei diversi meccanismi per la loro persecuzione. Tra gli organizzatori la Facoltà di giurisprudenza dell'Università di Trento, La Fondazione Alexander Langer e l'Osservatorio sui Balcani. Vai alla pagina dedicata al seminario
Un'inchiesta di Osservatorio sui Balcani sullo stato della città simbolo della pulizia etnica e della violenza razzista in Europa, per cercare di capire la Bosnia Erzegovina oggi, dieci anni dopo Dayton. Vai al dossier
L'Europa di mezzo è un ponte tra il vecchio continente ed il futuro che sta a sud e ad oriente. È l'Europa che vede incontrarsi nella sua storia cristianesimo cattolico ed ortodosso, islam ed ebraismo. Oggi però questa parte d'Europa si muove piano e a fatica verso l'integrazione nell'Unione Europea. E' a questo tema che Osservatorio ha dedicato il suo convegno annuale nel 2005 Vai alla pagina dedicata al convegno
Lo status futuro del Kosovo è stato per anni un rebus al quale nessuno è riuscito a dare una soluzione. Ora sembra qualcosa di muova. All'inizo del 2007 Martti Ahtisaari, inviato Onu, consegnerà a Belgrado e Pristina una proposta per uscire dall'impasse attuale. Per stimolare il dibattito Osservatorio sui Balcani, nell'ambito del proprio programma BalcaniCooperazione ha promosso il 15 dicembre 2006 a Roma il convegno "Kosovo, regione d'Europa". Vai alla pagina dedicata al convegno
L'Europa di mezzo è un ponte tra il vecchio continente ed il futuro che sta a sud e ad oriente. È l'Europa che vede incontrarsi nella sua storia cristianesimo cattolico ed ortodosso, islam ed ebraismo.
Oggi però questa Europa si muove a fatica verso l'integrazione nell'Unione Europea. Anzi, il dopo-allargamento ed il blocco della Costituzione rischiano di allungare ulteriormente i tempi.
E cosa succede a livello locale? Guerre, deregolazione e dipendenza dagli aiuti internazionali hanno creato insostenibilità e disequilibri profondi. Economia locale e autogoverno possono essere strade per uscirne? E la cooperazione, che ruolo gioca?
Un convegno internazionale per far confrontare tra loro politici, ricercatori, rappresentanti di governi locali e operatori sul campo. In un luogo - il Trentino Alto Adige - che ha fatto della sua autonomia la chiave per superare un conflitto. E insieme per avviare uno sviluppo a misura di territorio.
Lo status futuro del Kosovo è stato per anni un rebus al quale nessuno è riuscito a dare una soluzione. Ora sembra qualcosa di muova. All'inizo del 2007 Martti Ahtisaari, inviato Onu, consegnerà a Belgrado e Pristina una proposta per uscire dall'impasse attuale. Sono trapelati già alcuni dettagli, tra i quali la sostituzione dell'Unmik con una missione internazionale a guida europea.
Ma sarà una vera soluzione? Riuscirà ad accompagnare il Kosovo rapidamente verso il suo destino europeo? E quale in questo percorso il ruolo di associazioni, ONG ed Enti regionali e locali italiani che hanno stretto in questi anni legami con questa parte d'Europa?
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Per stimolare il dibattito Osservatorio sui Balcani, nell'ambito del proprio programma BalcaniCooperazione (www.balcanicooperazione.it) ha promosso lo scorso 15 dicembre a Roma il convegno "Kosovo, regione d'Europa". L'appuntamento rientra tra gli eventi del progetto "Città per la pace e la democrazia in Europa" promosso dall'Associazione delle Agenzie della Democrazia Locale (ALDA)
Riforma della Legge 49 sulla cooperazione. Gianguido Palumbo, stimolato dall'articolo di Michele Nardelli pubblicato il 24 gennaio da BalcaniCooperazione, risponde con alcune riflessioni. Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Secondo una organizzazione non governativa britannica, il Karabakh ha il più alto tasso di incidenti per mine pro capite, tre volte quello dell'Afghanistan. Ma sminare il territorio non è facile, per la scarsa collaborazione delle autorità e lo spopolamento della regione
Luglio 2003 - I villaggi dei Monti Rodopi in Bulgaria, l'affascinante Prizren in Kossovo, l'appuntamento della "Galicka Svadba", il matrimonio di Galicnik, in Macedonia, la fortezza di Scutari, con le sue leggende ... Un dossier sui tanti viaggi possibili nei Balcani. Vai al dossier
Nell'ottobre 2006 si è "sposata" la prima coppia gay slovena. Non si tratta di un vero e proprio matrimonio ma di una ufficializzazione della loro unione, secondo quanto prescritto dalla legge slovena. Legge che la comunità gay vorrebbe modificare
Marzo 2003- Uno schiavismo della modernità, legato alla necessità di migrare e alle condizioni di illegalità in cui le migrazioni avvengono, finora letto e rappresentato dai principali media e osservatori del fenomeno attraverso la lente delle storie individuali delle vittime e/o della riprovazione verso i loschi individui che questo traffico alimentano. Non è solo così. Un dossier. Vai al Dossier
Gennaio 2005 - Movimenti, gruppi e partiti di estrema destra tra nazionalismo, revisionismo e nuovo antisemitismo. Una ricognizione su gruppi ancora minoritari, ma che traggono forza dalla crisi del processo di transizione. Un indicatore preoccupante del clima esistente nella nuova Europa. Vai al Dossier
Giugno 2004 - Lesbiche, gay, transgender, transessuali. Una vita difficile nel sud est Europa. L'eredità del socialismo è pesante e difficile da superare. Su pressioni europee le legislazioni cambiano ma i pregiudizi rimangono radicati. Vai al Dossier
Quanto guadagna un postino in Serbia? E in Croazia, Bosnia o Montenegro? Una breve rassegna del quotidiano belgradese "Politika" tra stipendi medi e potere d'acquisto. Nostra traduzione